Venerdì 29 marzo alle 21:00, nella Chiesa di Sant’Andrea di Trissino (VI), che dal colle domina il paese e si affaccia sulla villa degli storici Conti di queste terre, una meditazione in musica per celebrare culturalmente e spiritualmente la sera del venerdì santo della religione cristiana cattolica.
Alle 21:00 le belle voci maschili del coro Iter Novum intoneranno il Lux æterna gregoriano, a cui farà da contraltare la leggerezza delle voci femminili nello stesso testo riletto da Sarah Quartel, giovane compositrice canadese. A questo punto, in una atmosfera che ci auguriamo di raccoglimento, il celebre Requiem di Gabriel Fauré troverà la sua felice collocazione: un sorriso dell’anima all’eternità.
Per usare le parole di Fauré stesso: «Tutto ciò che sono riuscito a prendere in considerazione attraverso l’illusione religiosa l’ho messo nel mio Requiem, che inoltre è dominato dall’inizio alla fine da un sentimento molto umano di fiducia nel riposo eterno.»
Il richiamo infinito e la potenza dell’aldilà nel timbro dei corni, la luce celestiale nelle sonorità dell’arpa, l’implacabilità del destino nei colpi dei timpani; e poi il genio: un’orchestra d’archi senza violini, solo gli archi scuri a dare color ebano al riposo eterno, e un violino, nel registro acuto, a intonare l’elevazione possibile; non può mancare l’organo, strumento liturgico, che a Sant’Andrea di Trissino è un meraviglioso Balbiani Vegezzi-Bossi del 1933, restaurato di recente da Patella.
Il piacere di questa esecuzione della versione del Requiem del 1893 – non quella più asciutta, liturgica, del 1888, scritta dall’autore per le esequie di un amico, e nemmeno quella che l’editore gli farà pubblicare nel 1901, concertistica, quasi sinfonica – è condiviso col già menzionato e apprezzato coro Iter Novum, diretto e preparato da una giovane quanto preparatissima Serena Peroni, che sarà anche soprano solista affianco al baritono Alberto Peretti. Mattia Sciortino all’organo è un lusso e una certezza, l’Orchestra Giovanile Regionale Filarmonia Veneta è la prosecuzione di un percorso artistico.
Dopo il Requiem ci sarà spazio per un’altra celebre pagina dell’autore francese, il Cantique de Jean Racine, un inno alla speranza: «Parola, all’Altissimo eguale, nostra sola speranza, eterna luce della terra e del cielo, della notte tranquilla rompiamo il silenzio…». E un inno da intonare, perché no, assieme all’assemblea: il delizioso “Madre dell’alba” dell’amico e stimato maestro Mario Lanaro, a cui va il mio grazie.